2024. június 16., vasárnap

PETRARCA 650


 

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„Sentioque inexpletum quiddam in precordiis meis semper”
(Secretum)


Petrarca


„LA SFIDA ALLA PAROLA”
CONVEGNO INTERNAZIONALE
IN OCCASIONE DEL 650° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI FRANCESCO PETRARCA
7-8-9 Novembre 2024
Szeged


Seicentocinquanta anni fa, nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1374, proprio alla vigilia del suo settantesimo compleanno, Francesco Petrarca morì ad Arquà. La sua enorme e particolarmente ricca eredità intellettuale è sempre pronta ad offrire motivi o temi alle celebrazioni commemorative, soprattutto in occasione di ricorrenze così particolari come l’attuale 650° anniversario della sua morte, oggetto della presente call for papers.
Petrarca è ricordato come il fondatore della lirica moderna, il prototipo dell'intellettuale cosmopolita, un genio nel passaggio tra Medioevo e Rinascimento, che ha unito nella sua opera le sfide e le risposte di entrambe le epoche, sia che si trattasse di quelle artistiche o intellettuali, sia di quelle filosofiche o morali. Ma in un'epoca piegata al culto della parola come mero strumento di manipolazione, che applaude solo all'utilità pratica e alla conoscenza finalizzata ad essa, e che s’inchina servilmente al culto della società narcisistica di massa, può ancora avere una pur minima attualità il grande profeta dell'Umanesimo? La civiltà europea sembra aver chinato il capo di fronte all'eredità di Cartesio che, nello spirito del pensiero critico, ha prima dichiarato guerra alle scienze umanistiche, poi, ebbra del brivido della vittoria, ha trovato il modo di placare la sua coscienza sopportandole come delle semplici conoscenze civilizzatrici da apprendere a scuola. L'agonia di quattro secoli degli Studia humanitatis, costretti a cedere le armi di fronte all'attuale trasformazione epocale della nostra civiltà, sembra giungere al termine. Eppure, proprio le realtà dell'IA e dei mass media, oltre alle missioni colonizzatrici dell'umanità nelle lontane galassie aliene, richiamano alle particolari facoltà umane, che non possono essere né afferrate secondo i dettami della logica o con i mezzi della matematica, né possono essere sostituite dal più perfetto dei robot umanoidi. Ed è questa intuizione epistemologica che può ricondurci ad abbracciare l'importanza della parola, della lingua e di tutte le discipline ad essa legate, le uniche capaci di salvare l'uomo in un mondo sempre più disumanizzato.


Inserendo la nostra iniziativa nell'ambito di una serie di conferenze, simposi accademici ed eventi culturali organizzati in occasione del 650° anniversario della morte del poeta, noi vogliamo interrogare Petrarca: sia che si tratti del Petrarca erudito umanista o celebrato poeta delle corti nobiliari, dalle cui opere traspare l’uomo che confida nel potere epistemologico della parola, sia che si tratti di un solitario pensatore in preda ai suoi peccati. La sua eredità intellettuale va coltivata perché le sue opere sono come uno specchio in cui la nostra anima e la nostra mente si rispecchiano. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di Petrarca e di un rinnovato bisogno di umanesimo.



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